anatocismo_bancarioQuando si parla di anatocismo bancario, cosa si intende?
Ne parliamo affrontando il tema delle nuove regole sugli interessi passivi che prevedono l’addebito degli interessi bancari per imprese e privati. Dal 1 ottobre i correntisti sono chiamati a scegliere se acconsentire o no all’addebito in conto degli interessi passivi maturati nell’anno. La scelta è molto delicata, perché gli interessi addebitati diventano capitale e produrranno interessi. Cioè si verificherà l’anatocismo bancario. Prestate attenzione quindi a ciò che sottoscriverete.

Occorre poi tenere presente che in base a quanto previsto dalla norma e ribadito nel decreto attuativo al comma 5 dell’articolo 4, il cliente può autorizzare la Banca, anche preventivamente, all’addebito degli interessi sul conto al momento in cui questi divengono esigibili; detta autorizzazione è revocabile in ogni momento, purché prima che l’addebito abbia avuto luogo; in tale caso la somma addebitata è considerata sorte capitale e, quindi, legittimata a produrre interessi sulla medesima. Non si può non vedere in tale scelta (che come precisato dal Mef nel comunicato del 5 agosto 2016 evita il pagamento della mora o l’avvio delle azioni giudiziarie) una sostanziale legittimazione all’applicazione di interessi anatocistici.

Qualche riflessione, infine, merita anche la previsione del successivo comma 6 dell’articolo 4 del citato decreto attuativo quando afferma che “il contratto può anche stabilire che, dal momento in cui gli interessi sono esigibili, i fondi accreditati sul conto dell’intermediario e destinati ad affluire sul conto del cliente sul quale è regolato il finanziamento siano impiegati per estinguere il debito da interessi”. Tale situazione, se da un lato semplifica i rapporti tra banca e cliente, pone comunque un “vincolo” alle imprese nella destinazione dei fondi, con possibili ripercussioni sulla gestione dei flussi aziendali.

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