La rivoluzione del “credito complementare”
di Giuseppe Ossoli – Estratto dell’articolo pubblicato a Gennaio 2018 sul Consulente Tributario

credito alternativoLe novità fiscali possono anche essere “strategia d’impresa”. Sembra quasi un’assurdità affermare ciò, però, a ben pensarci, qualche elemento di una manovra, mixato con qualche altra normativa, può essere lo spunto per qualcosa di interessante e di propositivo per le aziende. Ad esempio, la recente riforma della governance sulle regole sui controlli delle Srl (Legge fallimentare) ha esteso alle PMI costituite nella forma di Srl la possibilità di offrire al pubblico il proprio capitale mediante il Crowdfunding, cioè la raccolta di capitale attraverso portali il cui pubblico accede sul Web. Allora è vero che si può cambiare la visione delle cose e che per migliorare bisogna cambiare. Però, per cambiare, bisogna informarsi e pretendere conoscenza. Ecco perché possiamo parlare di strategia d’impresa: una strategia che è “conoscenza”.

Per pretendere conoscenza, che è un diritto dell’imprenditore, e nel contempo un dovere, è necessario condividere le proprie personali conoscenze, relazionarle e ripercorrerle nelle singole realtà aziendali per testarle e farne esperienza da raccontare. Perché oggi nessuno di noi opera più solo da “tecnico”, ma come testimone di esperienze fatte e vissute, anzi di più, di esperienze che sta tuttora vivendo. Quindi, essendo che tutto è occasione e spunto per riflessioni, ecco che la modifica della legge fallimentare diventa un’opportunità con l’apertura al Crowdfunding alle microimprese, così come l’introduzione dei PIR (Piani Individuali di Risparmio) previsti dalla Legge di Stabilità 2017 (grande successo di offerta da parte di diversi istituti di credito), oppure l’introduzione dei mini-bond, ma anche la controversa e sempre rinviata norma dell’Iri (Imposta sui redditi d’impresa) per le ditte individuali e società di persone (che introduce al grande argomento della capitalizzazione delle imprese – fusioni, scissioni, conferimenti, ecc., in pratica i temi dell’incremento dei capitali sociali, del controllo di gestione, dei controlli CET1 sulle banche).

Insomma, tutto questo ci porta ad una valutazione: se si parla di PIR, di Crowdfunding, di capitalizzazione aziendale, non significa che qualcuno sta mandato dei “messaggi”? Capitalizzati, migliora il tuo rating creditizio, magari ti aiuto con la pianificazione fiscale (trasformati in Srl e porti così la tassazione fissa al 24% – non è forse una sorta di flat tax che alcune aree politiche stanno cavalcando da tempo?), accedi al credito ed investi in nuovi macchinari (beneficio super ed iper-ammortamento), Fabbrica 4.0, assumi personale dipendente con formule agevolate, come il tirocinio, l’apprendistato, ecc. E se ti sai presentare bene, ti sei quindi capitalizzato, ti sei organizzato, hai fatto un’efficiente pianificazione fiscale, insomma sei maggiormente presentabile ed hai anche una bella idea imprenditoriale, ma ancora dipendi troppo dal normale sistema bancario, non puoi purtroppo pensare alla quotazione in Borsa e non sei nelle condizioni come socio di mettere in azienda altro tuo denaro, cosa fai? Ti fermi e non fai più crescere l’impresa? Ma se hanno introdotto i Pir ed in qualche modo permesso al Crowdfunding di svilupparsi, significa, allora, che esiste un sistema diverso di accesso al credito, che non è più solo quello bancario. È il credito alternativo, strutturato, complementare, chiamiamolo pure come vogliamo, ma qualcosa di diverso c’è. Ecco, allora, cambiare la visione delle cose. Capire che le cose ovvie non sono sempre le migliori. Cambiare la routine del pensiero.

Leggi tutto l’articolo

Share This