Confermati anche per il 2019 alcuni finanziamenti a fondo perduto, in modo particolare quelli a favore dell’imprenditoria femminile. In generale, tali finanziamenti sono prestiti in denaro erogati da enti pubblici per la promozione del territorio e lo sviluppo socio-economico locale e la caratteristica fondamentale che li rende efficaci è insita nel mancato obbligo di restituzione dell’importo ricevuto, in tutto o in parte. Per l’appunto, molti di questi bandi prevedono come requisito l’impiego a favore di imprese a carattere femminile il cui titolare sia un’imprenditrice donna.
Quali sono i requisiti per usufruire dei finanziamenti a fondo perduto per l’imprenditoria femminile?
Esiste, infatti, la legge numero 215 del 1992 che prevede forme agevolative per imprese già costituite o che stanno per essere costituite formate in prevalenza da donne. Per beneficiare delle agevolazioni è necessario che le imprese “rosa” presentino come requisito:
- se si tratta di ditta individuale la titolare sia una donna;
- in caso di società di persone o di cooperative che almeno il 60% dei soci sia di sesso femminile;
- in caso di società di capitali che almeno due terzi delle quote appartengano a donne e almeno un terzo dell’amministrazione deve essere composta da donne.
I requisiti che l’attività deve presentare al momento della richiesta di partecipazione al bando per poter essere definita come piccola impresa è che la stessa deve avere meno di cinquanta dipendenti, deve avere un totale di bilancio non superiore ai 5 milioni di euro oppure un fatturato che non vada oltre i 7 milioni di euro e che non devono essere dipendenti rispetto ad altre imprese partecipanti.
Le agevolazioni
Le agevolazioni per i finanziamenti a fondo perduto per donne imprenditrici consistono in contributi studiati per l’avvio di un’attività imprenditoriale, per la realizzazione di un nuovo progetto aziendale o per l’acquisto di servizi o prodotti che servono all’azienda. Alcuni tipi di finanziamenti a fondo perduto erogati a favore dell’imprenditoria femminile si caratterizzano per il fatto che una parte del capitale erogato non dovrà esser restituito e nella maggior parte dei casi la metà delle somme prestate è a fondo perduto e l’altra metà deve essere rimborsata ad un tasso di interesse agevolato. Oltre alle agevolazioni sussiste poi un Fondo di Garanzia che non è prettamente un vero e proprio supporto economico, ma la possibilità di richiedere un finanziamento garantito dallo Stato. Per accedervi è necessario presentare domanda di concessione della Garanzia sia al Fondo che direttamente presso un istituto bancario. Anche nel caso del Microcredito parliamo di una garanzia concessa sul prestito e possono richiederla le imprese femminili costituite da almeno cinque anni.
Altra interessante iniziativa riguarda “Autoimpiego Invitalia”, il cui obiettivo è quello di offrire un sostegno alle piccole attività imprenditoriali che devono essere create, sviluppate e avviate da disoccupate o donne che sono in cerca della loro prima occupazione. Il fondo viene gestito da Invitalia, che è l’agenzia nazionale che si occupa dell’attrazione di investimenti e dello sviluppo dell’impresa. Invitalia valuta tutte le richieste di contributi a fondo perduto o mutui a tassi agevolati e fornisce assistenza alle iniziative imprenditoriali che rientrano nelle categorie di lavoro autonomo, microimpresa o franchising.
Per poter beneficiare dei finanziamenti a fondo perduto o delle altre agevolazioni a favore delle donne imprenditrici bisogna tenere sempre sotto controllo l’uscita dei relativi bandi, monitorando i siti web ufficiali della propria Regione o del Ministero dello Sviluppo Economico. I bandi vengono pubblicati periodicamente e in ciascuno di essi vengono riepilogate le agevolazioni previste e le risorse disponibili. Una volta pubblicato il bando, la prima cosa da fare è accertarsi della presenza di tutti i requisiti richiesti, procedere ad invio della domanda utilizzando i moduli diffusi dallo stesso ente erogante e scaricabili dal suo sito internet. L’ente gestore si occuperà poi di pubblicare una graduatoria che viene stilata in base a criteri come l’occupazione, la fattibilità dell’idea imprenditoriale, la partecipazione femminile al progetto, il business plan, la presenza di certificazioni di qualità e ambientali.