Il lavoro che vogliamo
di Giuseppe OssoliÈ tempo di un’economia clamorosa! Un’economia in cui il lavoro sia libero, creativo, partecipativo, solidale. Il lavoro che vogliamo. Il lavoro delle buone pratiche, dell’ascolto, delle proposte e delle prospettive. Il lavoro degno e rispettoso dell’uomo, del dibattito e della riflessione, quello nel quale si esprime al massimo livello la libertà, la creatività, la partecipazione e la solidarietà e in cui la persona accresce la dignità della propria vita.
Educare al realismo, cioè alla fatica e ai tempi lunghi necessari per vincere la sfida della creazione del lavoro attraverso l’impresa. Educare ai valori del lavoro, quello delle “scelte imperfette”. Scoprire, insomma, l’arte dell’economia comportamentale.

La fine di un qualcosa è un punto di svolta, un punto in cui si tirano bilanci, un punto in cui si guarda indietro con occhio critico e si prova a guardare avanti con ottimismo. Mai come alla fine di un ciclo, l’economia è metafora di vita. La fine di un ciclo non rappresenta la fine di ogni cosa.
La crisi non frena il saper fare delle persone.
La crisi è strana, proprio perché fine ed inizio si toccano, perché spesso rappresenta un giro di boa, altre un’inversione totale di rotta.“