salone mobileUn rinnovato impegno: riflessioni dal Salone del Mobile
di Giuseppe Ossoli – Estratto dell’articolo pubblicato a luglio 2018 sul Consulente Tributario

Il recente Salone del Mobile di Milano ha dimostrato ancora una volta, sempre che fosse stato necessario, quanto l’imprenditoria nazionale sia “avanti”. Avanti nel senso di micro e piccole imprese di ogni settore che nonostante le difficoltà, la burocrazia, il fisco pesante e tanto altro ancora, sanno “fare impresa” a livelli eccezionali. Abbiamo veramente eccellenze di gran livello e capacità d’impresa di qualità elevata. Il Salone del Mobile, ma anche Vinitaly, sono gli ultimi esempi di ciò che il Paese è in grado di fare. Eppure, troppo spesso, dimentichiamo questi valori e ci demotiviamo in continuazione. Questi eventi devono ora darci la carica per fare di più, partendo prima di tutto da noi stessi. Lavorando su noi stessi.

Se siamo in grado di fare eccellenze del genere, diamoci finalmente strutture aziendali più opportune. Diamoci una cultura d’impresa veramente all’avanguardia e sicuramente faremo opere ancora più eccezionali. Siamo o no il Paese del Rinascimento?

Partiamo però dagli elementi critici, anche perché è solo da questi che costruiamo il miglioramento. In fin dei conti, dove siamo bravi lo sappiamo già. Prima considerazione da fare è che pur essendo importante, l’eccellenza da sola non basta. Il Made in Italy è principalmente sostenuto dagli imprenditori a capo di tante piccole e medie imprese che hanno saputo battere la crisi restituendo un profilo noto agli addetti ai lavori, ma poco conosciuto dalla gran parte dell’opinione pubblica. Facciamo cose eccezionali, ma non sappiamo comunicarlo bene. Ecco qui il primo grande difetto. Non comunichiamo bene il nostro prodotto. Un gran peccato. Abbiamo però riscontrato, in alcuni casi, che i campioni che oggi contribuiscono alla ripresa dell’economia italiana sono prevalentemente imprese manifatturiere che hanno imparato a prosperare rinunciando alle tradizionali economie di scala per valorizzare economie di varietà e di personalizzazione e che operano in un sistema di distretto o di rete d’impresa.
Proiettate a scala internazionale, queste imprese in rete hanno imparato a dialogare in modo stabile con la propria clientela, diventando partner inaggirabili all’interno di catene del valore globali. Quanto al punto di forza che sostiene la crescita di queste imprese, manager ed imprenditori indicano sistematicamente il valore del capitale umano e delle competenze costruite grazie a politiche del personale fondate su attenzione e partecipazione. Si conferma il quadro di una media impresa capace di valorizzare i propri punti di forza a livello globale facendo leva su capitale umano e valore del territorio. Queste sono delle riflessioni che allora tutti noi dobbiamo fare: imparare a guardare al mondo andandoci insieme al nostro vicino. E si può fare tutto ciò…

Leggi tutto l’articolo

Share This